
Dimora di un illustre senatore pugliese, la villa si erge con un’eleganza imponente. Grandi alberi, schierati come soldati a protezione del lungo viale d’accesso, mascherano i vasti campi che circondano il parco sotto i quali si estende una gigantesca cisterna in cui venivano raccolte le acque necessarie per il sostentamento delle coltivazioni. Alla fine del viale e dietro una selva di piante e cespugli incolti si mostra, finalmente, la regale facciata della villa dei Daini. Entrando dal portone principale, ormai quasi distrutto, si accede in un elegante ingresso dalle meravigliose volte affrescate e impreziosite da maschere grottesche. Ai lati dell’ingresso si trovano le stanze che evidenziano i maggiori danni strutturali dovuti all’incuria, alle intemperie e ai vandalismi. Sono le stanze della servitù, le cucine, le stalle e una piccola, ma preziosamente decorata, cappella che accoglieva la preghiera degli abitanti del posto, di cui resta ormai il volto sfregiato di Maria, Cristo che sembra indicarla e la maschera dell’altare del tutto depredato, .




Il piano superiore, da cui si accede da una semi crollata scalinata, oltre che da altri piccoli accessi secondari, è un susseguirsi di sale affrescate con divertenti e particolari motivi geometrici o con racconti di antiche divinità che conservano memoria di nobili feste e pantagruelici banchetti. Le stanze che si affacciano sul retro della villa portano in dei meravigliosi balconi “belvedere”, ora inghiottiti da voraci piante rampicanti, in cui i signori si godevano la brezza estiva ammirando il rigoglioso parco sottostante.
La villa cela anche strani segreti; tre sale bunker, costruite per proteggere e nascondere chissà cosa. Una di queste si dice essere collegata da un lunghissimo corridoio a un’altra villa, appartenente alla stessa famiglia, che sorge al centro del vicino paese, un passaggio segreto che solo pochi conoscevano e del quale, adesso, è impossibile stabilirne la veridicità in quanto l’accesso si troverebbe nei campi intorno alla villa nella cisterna sotto l’ascensore della struttura della pompa dell’acqua, ormai completamente allagata. Questi rifugi, testimonianza di tempi tumultuosi, sono ora avvolti da un silenzio che parla di storie dimenticate, misteri irrisolti o solo di divertenti ma fascinose leggende.




Il parco circostante era un eden di rarità botaniche, dove piante esotiche e fiori profumati convivevano in armonia con i daini eleganti e maestosi che si muovevano con grazia tra i boschetti, guardiani silenziosi di quel paradiso perduto che adesso però è una vera e propria giungla dentro la quale si riesce a malapena a scorgere una grande ed elegante “coffee house”, così finemente scolpita da fondersi perfettamente nelle geometrie armoniche della natura.
Sotto la superficie, con gli ingressi nascosti agli occhi dei curiosi, si trova un ninfeo sotterraneo, un luogo di frescura e pace. Le acque limpide riflettevano le ombre dei presenti, creando un’atmosfera da sogno. Tutt’intorno, preziosi ornamenti, adesso trafugati, vegliavano su quel santuario segreto, mentre l’eco dei passi risuonava come un sussurro.



La leggenda narra che durante la Seconda Guerra Mondiale, re Vittorio Emanuele, in fuga verso Brindisi, trovò rifugio in questa villa. Era ovviamente un ospite illustre, accolto con discrezione e rispetto dal senatore così come da tutta la sua famiglia. Con lui viaggiava il suo fedele cane, un compagno inseparabile anche in quei pericolosi e oscuri giorni. Durante una passeggiata nel parco, il cane smarrì il suo collare, un manufatto prezioso adornato da numerose pietre preziose. Nonostante le ricerche frenetiche, il collare non fu mai ritrovato, alimentando voci e speculazioni che si sono tramandate nel tempo e hanno alimentato la leggenda.
Ora la Villa dei Daini giace abbandonata, un monumento al tempo e alla decadenza. Le sue stanze vuote risuonano di echi lontani, le sue mura raccontano storie di un passato glorioso. Ma nonostante il degrado, c’è una bellezza malinconica in quella desolazione, una poesia nascosta nelle crepe e nelle rovine.
La Villa dei Daini continua a vivere nelle leggende e nei sussurri del vento, un luogo dove passato e presente si intrecciano, dove ogni pietra e ogni albero custodisce un frammento di storia, aspettando che qualcuno, un giorno, riporti alla luce i suoi antichi segreti.