In un remoto paesino del sud Italia, nascosta tra antiche dimore e dimenticata dal tempo, sorge una chiesetta abbandonata, quasi invisibile agli occhi di chi non sa cercarla. L’accesso a questo santuario dimenticato è abbastanza arduo, riservato solo a chi è disposto a sfidare il groviglio di rovi e radici che la natura ha posto come guardiana silente. Una volta varcata la soglia, ci si trova in un luogo sospeso nel tempo.
Il soffitto, un tempo custode di preghiere e sussurri, è crollato sotto il peso degli anni, permettendo al cielo di abbracciare l’interno. La luce del sole filtra tra le rovine, tingendo ogni cosa di una morbida sfumatura bianca, che si mescola con il verde vibrante delle piante che ora abitano la navata. I rampicanti si arrampicano lungo le pareti, avvolgendo le colonne di pietra, mentre il muschio si stende come un tappeto soffice lungo i pavimenti consumati


