a decay diary

Memento-diary

In un remoto paesino del sud Italia, nascosta tra antiche dimore e dimenticata dal tempo, sorge una chiesetta abbandonata, quasi invisibile agli occhi di chi non sa cercarla. L’accesso a questo santuario dimenticato è abbastanza arduo, riservato solo a chi è disposto a sfidare il groviglio di rovi e radici che la natura ha posto come guardiana silente. Una volta varcata la soglia, ci si trova in un luogo sospeso nel tempo.

Il soffitto, un tempo custode di preghiere e sussurri, è crollato sotto il peso degli anni, permettendo al cielo di abbracciare l’interno. La luce del sole filtra tra le rovine, tingendo ogni cosa di una morbida sfumatura bianca, che si mescola con il verde vibrante delle piante che ora abitano la navata. I rampicanti si arrampicano lungo le pareti, avvolgendo le colonne di pietra, mentre il muschio si stende come un tappeto soffice lungo i pavimenti consumati

osculatus a caelo
Eppure, in mezzo a questa natura invadente, emerge intatto l’altare di marmo, un gioiello bianco che brilla di una bellezza silenziosa. Le sue superfici levigate riflettono una luce pura, quasi divina, e i dettagli scolpiti raccontano storie di un tempo lontano, ormai dimenticato. Di fronte all’altare, come un’ultima reliquia di un passato che rifiuta di svanire, pende ancora un lampadario dalla volta rimasta. Le sue braccia di ferro, coperte da una sottile patina di ruggine, sostengono cristalli che tintinnano delicatamente al soffio del vento, creando un suono che riecheggia come un antico canto di preghiera.
 
In questo luogo di contrasti, dove la decadenza incontra la bellezza e la natura si fonde con il sacro, la chiesetta abbandonata vive ancora, sussurrando segreti a chiunque abbia il coraggio di ascoltare. Sfumature di bianco e verde danzano insieme in un abbraccio eterno, ricordando che anche nel declino, la bellezza persiste, immortale e invincibile.
osculatus a caelo 2
osculatus a caelo 3
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