Caged Spring
Seguendo un tortuoso passaggio, districato tra antiche cave, ulivi e sterpaglie, si palesa, col suo splendido rosso porpora, la facciata di questa affascinante struttura del ‘800 alla quale, nonostante le dimensioni non imponenti e pur avendo le caratteristiche tipiche del “casino”, possiamo decisamente attribuire la dignità di “villa”. Questo perché, già varcando lo spalancato portoncino in legno ormai logoro, su cui è posto lo stemma della famiglia che lo ha edificato, ci si trova in una meravigliosa e decoratissima sala d’ingresso e ciò fa immediatamente intuire che i proprietari utilizzavano anche le sale del pianterreno che, nel “casino” erano destinate alla servitù.
Di questa affascinante stanza restano pochissimi pezzi del prezioso pavimento in ceramica,ormai trafugato, firmato da un’importante industriale dell’epoca mentre, alzando gli occhi, ci si immerge in una splendida carta da parati su cui è raffigurata una grande gabbia per uccelli esotici con un celeste cielo di sfondo.



Questo decoro genera un’atmosfera unica; sembra quasi di sentire il verso degli animali raffigurati e grazie al gioco delle volte, il cielo raffigurato sul soffitto crea una tale profondità da credere di respirarne la sua aria.
La piccola cappella nella sala accanto, anch’essa quasi totalmente vandalizzata, conserva, nei suoi decadenti affreschi, un mistico ed affascinante tripudio di rose e stelle, che echeggiano una devozione mariana della famiglia, su uno sfondo verde intenso che contrasta meravigliosamente con la fioca luca che entra dalla finestra.
Delle restanti sale resta, ormai veramente ben poco; lo stesso dicasi per il piano superiore nel quale, il totale degrado, ha conservato soltanto un vecchio armadio in legno che funge ormai da nido per i piccioni.