Situata in un piccolissimo agglomerato agricolo completamente abbandonato, questa semplice ma graziosa chiesetta conserva, strato su strato, la memoria di ciò che è stato, nel corso di svariati decenni, il trascorrere della vita intorno a lei.
Così come l’esterno anche l’interno della chiesa non presenta affreschi o particolari fregi ma il marmoreo e candido altare, assieme ai drappi lacerati di un vecchio mensale ricamato, mostrano ancora i fasti di un tempo in cui si raccoglievano in preghiera gli abitanti del piccolo borgo.
Grandi cisterne e ampie botti per la conservazione del vino prodotto dai vitigni che circondavano l’abitato, poste a sostituzione delle panche dei fedeli, riassumono il cambio di utilizzo della chiesa in rimessa per i mosti d’uva. Un piccolo tavolino con sopra dei fagioli secchi sparsi sembra segnalare il probabile passaggio dei pastori delle vicine aziende agricole, mentre la densa e alta coltre creatasi dal guano dei piccioni, che sono rimasti gli unici veri abitanti, ne palesa l’inesorabile ma fascinoso declino.
